Sunday, December 14, 2014

Phnom Penh



Arriviamo di sabato pomeriggio e la cosa che mi piace subito e' che nella zona in cui siamo (vicino il palazzo reale) boutiques molto curate si alternano a garage utilizzati come punti vendita decisamente meno chic. E i bambini giocano sui marciapiedi a rincorrersi. E la zona di ristorantini che ci indica l'ostello e' un susseguirsi di piccoli ristoranti per lo piu' sui marciapiedi... Il lungo fiume anche e' molto popolare e ben organizzato con muretti e panchine anche se la gente per lo piu'vi passeggia.

La domenica inizia con un succo di canna da zucchero prima di dedicarsi al sit seeing d'obbligo: museo dell'olocausto e palazzo reale.
In mezzo una sosta per il pranzo al mercato centrale, la cosa migliore che potessimo fare! Dopo un giretto ci siamo fatti indirizzare alla zona cibo e, una volta adocchiati degli spiedini che sembravano attraenti, ci siamo seduti a uno degli stalls (fatti molto bene, in cemento ricoperto da mattonelle bianche). Incuriositi da una sorta di insalata ricca che la signora stava preparando per un altro avventore, abbiamo ordinato lo stesso. Con nostra sorpresa erano tutti gli ingredienti per preparasi degli ottimi involtini freschi a base di riso, verdure fresche e ananas...troppo troppo buoni!!! 

Siem Reap, 10-13 Dicembre


Bangkok, 8-10 Dicembre


Thursday, December 4, 2014

Grand Corps Malade

In RDC ho scoperto lo Slam.

E dopo aver scoperto lo Slam RD Congolese, ho scoperto uno dei maggiori esponenti (pare) dello Slam in Francia. Lo adoro.




 

I rifugiati non sono rifiuti

http://popoli-in-fuga.blogautore.repubblica.it/2014/12/03/i-rifugiati-non-sono-rifiuti/

di Carlotta Sami

"I rifugiati sono rifiuti umani, senza nessuna funzione utile da svolgere nella terra del loro arrivo e soggiorno temporaneo e nessuna intenzione o prospettiva realistica di assimilazione e inserimento nel nuovo corpo sociale".
Quanto scrive Zygmunt Bauman in Vite di Scarto è ormai portato alla più perversa conseguenza.
I rifugiati non sono più rifiuti ma, come e meglio dei rifiuti, si rivelano un’inaspettata fonte di guadagno per chi li sa sfruttare nel modo migliore.
Guadagno materiale per chi sa come piegare il sistema di accoglienza sino a farlo diventare una fonte di lucro, un investimento dai ritorni straordinari.
Guadagno politico per chi, spesso gli stessi di cui sopra, utilizza i rifugiati come capri espiatori per farsi largo all'interno di contesti sociali disagiati, là dove è più facile trovare nuovi adepti per gruppi violenti e razzisti.
Chissà, le stesse persone che attaccano il Presidente della Regione Toscana Rossi per la dirompente iniziativa in cui si fa un selfie con i vicini Rom sono quelli che magari più volte hanno sfiorato coloro che su Rom e rifugiati sanno anche come ben lucrare.
Così, persone portatrici di esperienze e storie capaci di rendere il nostro mondo migliore - lo è spesso chi ha vissuto l’orrore della guerra, del ghetto e della persecuzione- diventano invece soggetti passivi schiacciati da logiche affaristiche e criminali.
Urge un riscatto morale e politico che dia una rotta a questa deriva.
p.s. Ci sono rifugiati che sanno trasformare i rifiuti, i nostri scarti, in oggetti belli e decorativi. I soci di Refugees Scart dai rifiuti hanno saputo creare un’impresa sana e sostenibile, a Roma.
http://www.refugeescart.org/

TOUT PUISSANT KIMVUKA

 

TOUT PUISSANT KIMVUKA
                                    
Vendredi 28 Novembre 2014 / 19 h 00 / Grande halle / Entrée libre
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Tout puissant Kimvuka, est un groupe créé en 2007 composé de neuf artistes issus du district de la Tshangu. Leur musique est un folk modernisé mélangeant les sonorités émanant de différentes ethnies de la RD Congo mais également d’autres tendances musicales telles que le Reggae, la Rumba, la Bossanova, le Blues, la Soul. Kimvuka en kikongo se traduit par "Ensemble”. En 2011, le groupe est sélectionné pour une collaboration avec la star anglaise Damon Albarn dans le projet "Kinshasa One Two". Depuis le groupe a fait du chemin multipliant les concerts en RDC et en Belgique et remportant l'adhesion du public.

http://www.institutfrancais-kinshasa.org/index.php/fre/Agenda-culturel/TOUT-PUISSANT-KIMVUKA

Troppo forti!!!

Wednesday, November 26, 2014

Confessioni di uno spacciatore di derivati

http://goodmorninglido.blogautore.espresso.repubblica.it/2014/11/24/confessioni-di-uno-spacciatore-di-derivati/?ref=HEF_RULLO

24 nov                       
MasterUniverseDocu“Mi affascina come per trovare 100 o 200 milioni di euro per investimenti nella cultura ci vogliono anni di dibattito, ma 100 o 200 miliardi per rifinanziare le banche si trovano in un week-end”. La considerazione suonerebbe un po’ banale se a dirla, con un profondo senso di amarezza, non fosse Rainer Voss, 55 anni, ex trader tedesco per anni operativo ai massimi livelli per le più importanti banche di investimento a Francoforte. Voss è il protagonista del documentario, difficile ma necessario, intitolato Master of the Universe, in uscita il 27 novembre al cinema e visibile anche sulla piattaforma Mubi.com. In un’intervista-confessione di un’ora e mezza, Voss ripercorre lucidamente 35 anni di carriera, iniziata con grande entusiasmo e speranze di successo, all’inizio dell’epoca in cui il mondo virtuale dei prodotti finanziari e degli algoritmi pensati per generare ricchezza si è affiancato al mondo dei valori reali, prima di fagocitarlo del tutto. E non fa sconti, né a se stesso, né ai datori di lavoro per cui si è trasformato da promettente impiegato di banca in abile spacciatore di derivati. Gli stessi derivati che hanno fatto esplodere la bolla immobiliare dei subprime e che sono diventati un prodotto incontrollabile, talmente diffuso e pericoloso da essere come un virus. Non è colpa della deregulation, dice Voss, arrivata dagli Usa nell’era dei governi Reagan e Thatcher, ma di come, complice l’utilizzo dei computer e l’ipervelocità disumana delle transazioni, questi strumenti originariamente dotati di una “morale”, siano sfuggiti letteralmente di mano a chi li creava, diventando “amorali”, finalizzati a un profitto cieco delle possibili conseguenze. “Venti anni fa le azioni si tenevano nel proprio portafoglio in media per un periodo di 4 anni”, spiega Voss in una delle sue agghiaccianti considerazioni “oggi soltanto per 22 secondi. Ma se l’azione rappresenta l’interesse che l’investitore ripone in una società, che senso ha un interesse che dura 22 secondi?”.
Naturalmente Voss non fa sconti alla propria categoria, “perché la responsabilità è sempre delle persone e non delle società”. Allettato, come tanti altri colleghi, da ricchi guadagni, si è infilato in un percorso senza ritorno, professionale e familiare. Le banche, spiega Voss, ti assumono perché sei bravo a creare e vendere derivati, poi ti isolano sempre più in un ambiente frequentato solo da persone che fanno la tua stessa professione, e così finisci per parlare solo del tuo lavoro, e complice la spropositata ricchezza che stai accumulando, ad avere sempre meno in comune con i tuoi veri amici, che sono rimasti sprofondati nell’anonimato della classe media. Vedi sempre meno i tuoi figli per i continui viaggi intorno al mondo, e con una automobile che costa più di una casa, pensi che ormai tua moglie non sia più intonata alle cravatte da centinaia di dollari che indossi, e alla fine ti ritrovi solo, poco prima che la banca, ovvero l’unica famiglia che ti era rimasta, ti dia il benservito, proprio come è accaduto a Voss, perché a 55 anni c’è un trader molto più giovane, dinamico e affamato di te pronto a rimpiazzarti. In un passaggio del film, che inserisce alcune clip di scandali relativi al mondo della finanza, la professione viene paragonata non a caso a quella della prostituta, costretta a vendersi per il profitto di un pappone che qui siede in un consiglio di amministrazione e resterà impunito ad ogni retata della polizia.
A descrivere bene il senso di sconfitta esistenziale che riecheggia nelle parole di Voss pensa il regista Marc Bauder, che decide di ambientare il suo lungo racconto nei locali di una ex banca d’affari situata in un grattacielo di Francoforte: le sale riunioni abbandonate e gli immensi stanzoni vuoti, che un tempo erano affollati da migliaia di trader, e dalle cui finestre si vedono analoghi giganteschi alveari di vetro e cemento ancora in attività, descrivono bene la parabola personale e collettiva legata al precipitare degli eventi del mondo della finanza, che appare come il treno fuori controllo del film A trenta secondi dalla fine. Il documentario è attualissimo perché non solo rappresenta uno spaccato di quell’universo un tempo relegato ai notiziari specializzati e di cui ormai si sente più spesso parlare nei telegiornali della sera, ma perché affronta senza sconti il problema della crisi economica mondiale ed europea. Con rivelazioni shock, quando a dirle è un “insider” come Voss.
Dallo spaccio di derivati alle amministrazioni locali, che hanno finito per indebitarsi con spericolate operazioni finanziarie, come spiega il testimone privilegiato, si è passati in breve tempo a speculare sul debito degli Stati. Per Voss la questione dei bond di Stato è riconducibile a prodotti speculativi e a business model come altri, forse solo più remunerativa, e che è stata provata prima sull’economia greca, quasi fosse una sperimentazione su una cavia da laboratorio, e poi via via su nazioni più potenti, quali il Portogallo, la Spagna, l’Italia e l’Olanda. “C’è talmente tanto denaro in circolazione” spiega Voss “che oggi si può mettere tranquillamente in ginocchio l’economia di uno Stato. Il profitto potenziale è smisurato e molti hanno un interesse politico nel crollo dell’Euro”. La frase più raggelante arriva quando Voss predice che il prossimo bersaglio sarà la Francia e che quando questo accadrà l’Unione Europea non potrà fare più nulla per evitare il tracollo delle istituzioni comunitarie e della moneta unica. Game over, solo che a pagare saranno come al solito i cittadini.
Si può dunque imparare dagli errori e sperare in un futuro migliore? Su questo Voss è pessimista, pur lasciando aperta una possibilità: “Il problema è che tutto questo non cambierà le cose. Le banche faranno nuove pubblicità in cui promuovono un’immagine più responsabile per il futuro, ma non è così. Perché è la solita storia: più grosse sono le stronzate che fai, più corpose saranno le tue brochure che parlano di responsabilità sociale. E invece basterebbe che domani un banchiere dicesse che chiunque speculi su prodotti finanziari di Stato verrà licenziato. E presto tutte le altre banche sarebbero costrette a seguirlo”. Certo, forse basterebbe.

Due uomini...africani...

Oggi sono cosi frustrata e incazzata...

Ancora non riesco a capire come poter aiutare una persona che e' in un casino perche' africano fuori dall'Africa, che da skype si riaffaccia una vecchia conoscenza e la sua tragedia (personale e del suo paese) di africano intrappolato nell'Africa dell'ebola...

...e un mio collega mi dice che un ministero qui chiede il nostro supporto per vedere come meglio spendere 900.000$ di un grant in tre mesi per uno studio sulla vulnerabilita...

...ma dico, posso mai non essere incazzata nera furiosa?!


Un uomo

Racconto quello che ho visto, lo racconto perché mi ha colpito e commosso.
Una musica dolcemente malinconica si diffondeva e s’insinuava tra le vie semideserte del borgo creando un’atmosfera dal sapore nostalgico di tempi passati.
Un uomo con una fisarmonica camminava lentamente suonando melodie sconosciute.
Si avvicinava alle porte delle case sperando in un qualche gesto di generosità, ma le porte non si aprivano, le tende non si spostavano e le finestre sembravano sigillate come a voler difendere gli abitanti dal resto del mondo.
O il resto del mondo dagli abitanti.
Quando arrivò davanti al piccolo supermercato, si fermò.
Continuava a suonare una musica che solo lui conosceva, non chiedeva niente, sperava e basta.
I lineamenti del suo viso, il colore della sua pelle e quella musica sconosciuta dicevano chiaramente che non era del posto, che arrivava da paesi lontani, che non era “dei nostri”.
Ma un Uomo è un Uomo, da qualsiasi parte del mondo provenga.
E la gente che usciva dal negozio lo schivava e lo ignorava, per loro Lui non esisteva.
Credo non ci sia niente di peggio che sentirsi invisibili agli occhi della gente, eppure, per Lui, doveva proprio essere così.
Lui e la sua musica non esistevano.
La porta automatica si aprì per l’ennesima volta lasciando passare un’anziana signora che tirava faticosamente una borsa con le ruote.
L’anziana signora lo vide, e sentì anche la sua musica, gli si avvicinò.
La musica si fece più leggera, i due parlarono per qualche minuto.
La signora prese un borsellino dalla tasca del cappotto ed allungò una moneta al suonatore.
Lui la guardò, fece un sorriso e con mano incerta le fece capire che non voleva nulla.
Chissà cosa si erano detti, chissà chi dei due aveva più bisogno di qualche cosa.
Si allontanarono per strade diverse, col sorriso sulle labbra e gli occhi umidi di uno strano riflesso.
Si allontanarono soli e poveri come prima, ma sicuramente con qualche cosa di più nel cuore.
Un Uomo è un Uomo.
Giovanni Perlini
Oggi propongo la delicata esperienza inviataci dal signor Perlini invece dell’ennesima interpretazione sui risultati elettorali. Un po’ così, un po’ per non soffocarci di politica.

Scritto martedì, 25 novembre, 2014 alle 07:14 nella categoria Lettere e risposte. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. Puoi lasciare un commento, o fare un trackback dal tuo sito.

3 commenti a “Un uomo”

  • guido buonomo scrive:
    Chi può capire un povero meglio di un povero?
  • Conodombra scrive:
    Se questo è un Uomo.
  • V. Maria M. scrive:
    La musica.
    Chissà cosa prova il suonatore, quando accarezza i tasti o pizzica le corde del suo strumento.
    Lo vediamo spesso ad occhi chiusi, l’espressione lontana, come fosse in un altro mondo.
    Ed in un altro mondo ci porta, con le melodie che sparge intorno a sè.
    Mi sono sempre chiesta come faccia a tirar fuori da uno strumento tanta meraviglia, io che con le mani non so fare nulla.
    E lo invidio.
    Lui con le mani sa far sognare, tanto che i sogni sembrano veri.
    Sa unire la gente, quella più diversa, quella più lontana.
    Non c’è competizione fra gli ascoltatori, si ascolta, ci si commuove, ci si diverte. Tutti assieme.
    A teatro, negli stadi, per la strada.
    Chissà cosa si sono detti, il suonatore e l’anziana signora.
    Qualsiasi cosa fosse, ha strappato ad entrambi un sorriso.
    Qualsiasi cosa fosse, era una cosa buona.
    V. Maria M.

  • WE


    Friday, November 21, 2014

    Quanto puo' essere frustrante...

    ...provare a organizzare delle vacanze quando internet non funziona...?!

    ...e la tua scrivania e' un disatro...

    ...e soprattutto hai avuto ancora una brutta notizia...e sai che la vita di qlcn e' ancora e rischia di restare chiusa in una cella essenzialmente perche' e' un cittadino del mondo di serie D... :(

    Italia vs RDC...latte in polvere e linciaggi...

    due articoli sulla stampa italiana di oggi mi fanno accostare l'Italia alla RDC...

    Qui c'e' un annoso problema con l'allattamento (esclusivo) al seno, e le grandi multinazionali di latte in polvere ne sono co-responsabili...

    Quando si guida nelle zone rurali e' un incubo...spunta sempre di tutto inaspettatamente...se dovesse esserci un incidente le reazioni potrebbero essere imprevedibili...ma come sorprendersene quando lo stesso succede in Italia?

    wow...dovro fare 2 settimane di aggiornamenti sugli eventi culturali offerti da Kin la belle...


    Friday, November 7, 2014

    ARC EN CELLO

    Concerto bellissimo!!!

    L'esperienza unica di un quartetto di violoncelli, sopratutto considerando che siamo a Kinshasa!
    Le musiciste davvero brave, un'interessante selezione dei pezzi che hanno eseguito, una grande professionalita' nonostante la sfida del calore aggravato dale luci del palco...
    Molto bella la complicita' che e' emersa man man che il concerto ha raggiunto il suo apice ed ha poi cominciato a volgere verso la fine, con i sorrisi di incoraggiamento e felicitazione che sempre piu' spesso le musiciste si scambiavano alla fine dei pezzi eseguiti. E il pubblico ha davvero apprezzato!

    Kin la belle, sempre ricca di sorprese...
     
    ARC EN CELLO
                                       
    Mercredi 05 Novembre 2014 / 19 h 00 / Grande halle / 2 000 FC
    C'est au Conservatoire de Nice que les quatre jeunes musiciennes se rencontrent, dans la classe de violoncelle de Frédéric Audibert et de Guillermo Lefever. Elles découvrent alors le plaisir de la musique d'ensemble, le sens du partage, l'émulation artistique, mais aussi une belle et forte amitié autour d'une même passion pour le violoncelle. Le quatuor «Arc en Cello» devient alors une évidence et une nécessité. Avec le violoncelle pour seul prisme de leurs émotions, les quatre jeunes musiciennes d'«Arc en Cello» mêlent les styles et les époques, autour d'un programme varié et plein de surprises.

    Monday, October 27, 2014

    Ai panda non piace la medicina: la lotta con il veterinario è comica

    26 ottobre 2014

    Il veterinario di uno zoo cinese le prova davvero tutte per somministrare una medicina a due panda che davvero non ne vogliono sapere e che, come in un gioco di bambini, fanno di tutto per metterlo in difficoltà

    http://video.repubblica.it/mondo/ai-panda-non-piace-la-medicina-la-lotta-con-il-veterinario-e-comica/181455/180256

    FESTIVAL VISION DOC - Jeudi 23 Octobre 2014

    «La souffrance est une école de sagesse»

    FESTIVAL VISION DOCUMENTAIRE «La souffrance est une école de sagesse»

    FESTIVAL VISION DOC «La souffrance est une école de sagesse»
    Jeudi 23 Octobre 2014 / 19 h 00 / Salle polyvalente / Entrée libre           

    Réalisatrice Ariane Astrid Atodji
    Depuis son arrivée au Cameroun il y a 36 ans, mon papa n’a plus jamais remis les pieds dans son pays natal le Bénin. Qu’est-ce qui l’aurait poussé à partir sans laisser de traces, à abandonner sa famille et cette enfant qu’il a eue au Bénin exactement l’année de son « exil » et dont il n’a plus jamais eu de nouvelles? Les raisons, je ne peux plus les ignorer. Quelle(s) identités ? Quelle(s) origine(s) ? Ce n’est pas retourner aux sources, mais comprendre mon histoire… l’Histoire.

    http://www.institutfrancais-kinshasa.org/index.php/fre/Agenda-culturel/FESTIVAL-VISION-DOC-La-souffrance-est-une-ecole-de-sagesse

    «Sans famille»

    FESTIVAL VISION DOCUMENTAIRE «Sans famille»

    FESTIVAL VISION DOCUMENTAIRE «Sans famille»
    Jeudi 23 Octobre 2014 / 20 h 00 / Salle polyvalente / Entrée libre           

    Réalisé par Pauline Mvele
    Au Gabon, « Sans famille » est le nom que l’on donne à la prison centrale de Libreville, car les détenus y sont stigmatisés et rejetés de leur univers familial. Connaissant l’importance de la famille en Afrique, cette dénomination témoigne bien de l’ampleur des conséquences d’un emprisonnement sur l’environnement social d’un individu. Sujets à différentes formes de stigmatisation et d’exclusion, les détenus de nos prisons (situation quasi identique à d’autres pays africains) deviennent donc des «sansfamille», des individus pour qui le passage dans l’univers carcéral est porteur de nombreux bouleversements. En partant à la rencontre de Daniel, un ex-détenu, en échangeant avec lui sur son itinéraire post carcéral et ses expériences, nous découvrons les répercussions de cette « absence particulière » que représente la prison sur la vie de détenus au Gabon. Nous comprenons le désir d’humanité d’un homme qui bien que sorti de prison, y retourne pour exprimer son humanité et sa solidarité.

    http://www.institutfrancais-kinshasa.org/index.php/fre/Agenda-culturel/FESTIVAL-VISION-DOCUMENTAIRE-Sans-famille

    Thursday, October 23, 2014

    La grande bellezza

    Mardi 21 Octobre 2014, Centre Wallonie-Bruxelles, Kinshasa, h19

    Cocktail di apertura della settimana di cultura italiana nel mondo e proiezione del primo film del festival

    Monday, October 20, 2014

    Ancora un week end pieno di proposte culturali a Kin!

    ...arriviamo in ritardo e la cosa ancora non e' iniziata...strano per Wallonie-Bruxelles dove sono sempre puntualissimi...in realta' la sala e' mezza vuota...peccato, mi aspettavo piu di pubblico per un testo di Maya Angelou...


    Vendredi 17 / 19h
      
    Centre Wallonie-Bruxelles
    Entrée libre

     
    «Le Retour »


    d’après le roman de Maya Angelou. Adaptation et

    mise en scène de Wedou Wetungani. Avec Sheila

    Nzutisa. Scénographie : Kura Shomali. Musique

    : Mboyo Bofenda. Vidéo : Barly Tshibanda.

    Costumes : Lydie Okosa. Régie : Raoul Boloem.

    Interprété par Biso Compagnie.


    Maya Angelou, écrivaine américaine,

    est de passage à Accra avec son fils

    Guy. Elle tente l’expérience du retour en

    Afrique, exactement au Ghana où Kwame

    N’Krumah a engagé le pays dans la lutte

    pour l’émancipation du continent. Ce pays

    est également considéré comme « terre

    promise » par les Noirs américains en quête

    de leurs racines.

     
     

     
     

     
    E' stata un'esperienza nuova...un testo molto interessante, un'attrice molto brava...ma qualcosa che non andava - per me - nella messa in scena...troppo lungo, troppe voci/personaggi incarnati da una sola attrice, troppi sonori e video...non so...

    E poi e' finito piu tardi di quanto pensassi, per cui anche se sono riuscita a trascinare le colleghe al concerto, siamo arrivate che era quasi finito... :(

     
    Friday 17th October

    19H // Grande Halle// 2000 Fc at Halle de la Gombe
     
    JOCELYN BALU & LES AIGLES DE LA REVOLTE

     
      
    Jocelyn Balu et les

    Aigles de la révolte se

    définit comme un

    groupe au style "folk de

    la rue". Jocelyn Balu

    puise son inspiration

    dans la nature et dans

    le folklore de la RDC

    pour créer une musique

    rythmée et entraînante.
     


    Jocelyn joue depuis l’âge de 6 ans et rejoint

    plusieurs formations musicales avant de créer

    en 2012 les Aigles de la révolte.
     

    Comunque i ragazzi sempe bravi e pieni di energia, anche se anche la Halle de la Gombe era piuttosto vuota...ma dove cavolo era la gente di Kinshasa venerdi sera?!
     
    Domenica pomeriggio (dopo un sabato sera a casa di un altro giovane artista che gentilmente ci ha invitato alla festa di diploma della sorella, e io cui i bambini invitati si sono prodotti in delle danze a imitazione degli artisti degli hit piu famosi...) appuntamento fisso al SADI. Si e' esibito un gruppo accompagnato da due giovanissimi ballerini (appena 10 anni in due, direi) che ballavano su dei passi che mi ricordavano troppo quelli dell'Africa occidentale!
    
     

    Thursday, October 16, 2014

    « Au nom du peuple »

     
    de Cissé Ahmed Tidjane. Mise en scène d’Atacha
    Mashini. Avec Rossi Nginamau, Isango Kithoga,
    Joyce Mbo Mpoto, Maguy Kalombo, Darla
    Yakondiba et Koffi Mufunda. Régie lumière
    : Monge Lebonsu. Son : Serge Kabatanshi.
    Costumes : Lucie Viminde. Interprété par la
    Compagnie du Théâtre National Congolais.


    Dans un tribunal ô combien proche d’une
    juridiction d’exception, défile le peuple
    victime d’un pouvoir absolu. Chaque acte
    relate ce que sont les avatars du régime,
    avec l’espoir de ne pas voir ceux-ci se
    repeater.
     
     
    Mercredi 15 / 19h
    Centre Wallonie-Bruxelles
    Entrée libre
     
     

    Ancora un'ottima serata a teatro a Kinshasa. Mi sorprende sempre quanto spazio il teatro politico trovi qui. La messa in scena e' stata davvero interessante, gli attori molto bravi. Il pubblico convinto.

    ''Bella ciao'' a Occupy Hong Kong

    Monday, October 13, 2014

    White party + Brunch + Fairwell party...

    Il sabato e' sera e' proseguito con un White Party in Kin...appena arrivata non potevo credere che c'eravamo davvero vestiti tutti di bianco per andare a quella festa...!!!

    E poi domenica un piacevole brunch con degli amici...gran bella mangiata di cose sfiziose e soprattutto una bella tavola intorno alla quale parlare di politica, di religione, di massimi sistemi...e poi in salotto argomenti piu' microscopici, in un'atmosfera piu' intima...

    E visto che qui le partenze continuano massive, un salto alla festa di addio di una collega che lascia il Congo alla fine della settimana, destinazione Myammar...

    Expo World Press Photo Kinshasa - visitato sabato 11.10.2014

    Ho passato il sabato mattina partecipando alle riprese di una televisione locale (credo) di un dibattito sul ruolo della fotografia in RD Congo...surreale...
    Poi fuori un gruppo un po' sgarrupato di artisti di tutte le eta si e' esibito in canti e danze congolesi.

    http://www.unitedexplanations.org/2014/03/23/55-impresionantes-fotografias-ganadoras-del-2014-world-press-photo/
    Le foto del WPF spettacolari come al sotito. La foto vincitrice e' troppo toccante...


    http://rdcongo.nlambassade.org/calendrier/2014/09/expo-world-press-photo-kinshasa.html

    Expo World Press Photo Kinshasa

    2014
    2 Oct 14 22 Oct 14
    Pour la première fois, Kinshasa a l'honneur d'abriter la plus prestigieuse exposition de photojournalisme qui récompense les meilleures photographies de presse au monde.
    Le concours World Press Photo est la plus prestigieuse compétition internationale réservée aux photographes de presse, photojournalistes et photographes documentaires professionnels qui constituent la référence dans la profession. La compétition de cette année a attiré 5 754 photographes de 132 pays, avec au total 98 671 images inscrites au concours.
    19 professionnels reconnus à l'échelle internationale dans les domaines du photojournalisme et de la photographie documentaire se sont réunis à Amsterdam du 1er au 13 février 2014 pour juger toutes les candidatures. Le jury a décerné des prix dans neuf catégories thématiques à 53 photographes de 25 nationalités différentes : Argentine, Australie, Azerbaïdjan, Bangladesh, Bulgarie, Chine, République tchèque, El Salvador, Finlande, France, Allemagne, Iran, Italie, Jordanie, Mexique, Pays-Bas, Nouvelle-Zélande, Pologne, Russie, Serbie, Afrique du Sud, Espagne, Suède, Royaume-Uni et États-Unis.
    World Press Photo organise le principal concours international en journalisme visuel. La fondation s'engage à développer et à faire progresser des normes élevées en photojournalisme et en documentaire dans le monde entier. Son objectif est de générer un intérêt public étendu et d'amener à apprécier le travail des photographes et autres journalistes visuels ainsi que l'échange d'informations libre. Les activités comprennent l'organisation des concours de photojournalisme et multimédia ainsi que les tournées d'exposition dans le monde. Les programmes de l’Académie World Press Photo visent à stimuler des standards élevés du journalisme visuel au moyen de projets de formation, de bourses et diverses publications. World Press Photo est une organisation indépendante et sans but lucratif, basée à Amsterdam où elle a été fondée en 1955.
    Pour de plus amples renseignements, visitez le site : www.worldpressphoto.org
    Kinshasa, Echangeur de Limete > MACM
    2 octobre 2014 08:00 - 22 octobre 2014 08:00

    TOTO KISAKU : “Rencontre au pluriel” - Ven. 10.10.2014, Halle de la Gombe

    TOTO KISAKU : “Rencontre au pluriel”

    TOTO KISAKU : “Rencontre au pluriel”
    Vendredi 10 Octobre 2014 / 19 h 00 / Grande halle / 2 000 FC
          
    Entre le stand-up et le théâtre traditionnel, Toto Kisaku raconte avec humour son enfance et sa formation d’acteur à Kinshasa. Il nous fait le récit de sa découverte de l’Europe, cet Eldorado dont tout le monde rêve. Ce spectacle créé initialement en 2008, s’est transformé et enrichi des experiences de son interprète au fil des années. Toto Kisaku est acteur, metteur en scène et fondateur en 2003 du K-Mu théâtre. Depuis 2002, il a joué dans plusieurs pièces de Dieudonné Niangouna, Bernard Marie Koltes, Suzan Lori Parks et participé à de nombreux festivals à travers le monde.

    Tuesday, October 7, 2014

    Fabio de Corazón - Fabio di Cuore






    Vivere nel cuore di luce di Fabio
     

     

    Vivere sulle sponde di un fiume,

    Il canto degli uccelli che accompagna i miei passi.

    Vivere lontano da casa,

    Reinventarsi una vita lontano dagli affetti sicuri,

    Ricominciare ancora una volta,

    Un altro pezzo che si aggiunge al puzzle che e’ la vita.

     

    Vivere nel cuore dell’Africa,

    Una nuova scoperta ogni giorno,

    La disperazione accanto alla bellezza.

    La musica, l’energia.

     

    La paura della solitudine,

    Scoprire piano piano porti sicuri in cui rifugiarsi.

     

    Vivere.

    Tutto ha un senso...

    Vivere nel cuore di luce di Fabio.

     

     

    Valentina,

    Kinshasa, Ottobre 2014
     

    Quando fiducia e lavoro univano il Paese

    Quante riflessioni, quanti parallelismi...quanto questo articolo mi fa pensare alla RD Congo...

    http://www.repubblica.it/speciali/istituto-luce/2014/10/04/news/i_video_luce_sull_autostrada_del_sole_quando_fiducia_e_lavoro_univano_il_paese-97313505/

    I video Luce sull'Autostrada del Sole. Quando fiducia e lavoro univano il Paese

    L'idea di un'Italia che cercava una spina dorsale anche fisica per collegare i pezzi più lontani di se stessa. E quando la politica, con tutti i suoi difetti, sapeva ancora afferare un sogno


    04 ottobre 2014 
    C'è stata un'epoca in cui le grandi opere univano l'Italia. Oggi, più facilmente, la dividono. È in questa differenza che si misura tutta la distanza tra la prima e la terza repubblica, tra gli anni della Dc e quelli di Beppe Grillo.

    I filmati Luce della seconda metà degli anni Cinquanta raccontano un Paese che doveva ancora sistemare un problema rimasto irrisolto da novantanni: costruire una sola nazione. Accanto ai primi corsi di alfabetizzazione della tv, in una terra che continuava a comunicare in dialetto, la costruzione dell'autostrada sembrava risolvere il problema dell'unità. Nei racconti degli speaker Luce l'Italia è un corpo che ha finalmente trovatola spina dorsale.

    GUARDA I FILMATI SULL'AUTOSTRADA DEL SOLE

    Lo speaker del cinegiornale di allora (era il 1964) ha i toni dei grandi annunci e snocciola i dati del percorso attraverso il quale "Nord e Sud si danno la mano": 8 anni di lavoro, 15 milioni di giornate di lavoro, 755 chilometri da Milano a Napoli, 270 miliardi di costo. Poi, a Firenze, sotto la pioggia, l'incontro con la "Staffetta del Sole" una bella studentessa milanese che percorre il nuovo tracciato per portare un "messaggio dai milanesi ai napoletani". Una bella idea di marketing, si direbbe oggi. E la ragazza, alla domanda sul perché lei, risponde quasi ironica: "Rappresento i giovani milanesi... L'autostrada è giovane...". Poi la cerimonia con Aldo Moro presidente del Consiglio che parla di "cammino per l'Italia civile"....

    Oggi, cinquant'anni dopo quei filmati, sappiamo che anche l'autostrada non è servita a unire la nazione. Al punto che un gruppo di goliardi di Varese e dintorni ha potuto diffondere per decenni il verbo di una inesistente Padania per spezzare quella spina dorsale.

    Ma non sono solo le nostalgie filoaustriache dell'ex colonia del Lombardo-Veneto a rendere quasi antichi i filmati in bianco e nero sulla costruzione dell'autostrada. C'è anche, in quegli spezzoni di immagini e soprattutto nella retorica delle voci fuori campo, una fiducia ingenua, quasi naive, nelle potenzialità del progresso. Tema che torna oggi di grande attualità proprio perché la parola stessa progresso, abbinata all'altro termine, sviluppo, è diventata ormai una bestemmia. Nella nostra Italia irresponsabile, che non si pone il problema del futuro se non per teorizzare la difesa quasi maniacale dell'esistente, l'idea che si possa modificare in meglio la realtà, peggio se con opere pubbliche, è considerata un insulto all'intelligenza o, più frequentemente, l'astuto raggiro intellettuale di qualche furbacchione che certamente intascherà delle mazzette per convincere il popolo che si deve aprire un nuovo cantiere.

    Fa sorridere allora veder celebrare la costruzione del ponte autostradale sul Po, inaugurare una nuova galleria, tagliar nastri per celebrare il primo autogrill d'Europa. Viene da pensare quanto eravamo ingenui ad applaudire il sottosegretario democristiano che annuncia alla nazione le meravigliose sorti e progressive del cemento armato. E ci sentiamo migliori oggi quando le autostrade si fanno lo stesso ma nessuno cerca più di dare un senso a quel lavoro, quando si raddoppiano i trafori autostradali ma lo si fa di nascosto, in modo che chi potrebbe protestare possa fingere di non accorgersene e poi possa usare quell'opera pubblica perché "ormai c'è, sono mica un monaco". Contraddizioni di un tempo in cui chi si batte contro l'Alta velocità si sposta in Frecciarossa.

    Viene allora da chiedersi se oggi non ci manchi qualcosa della fiducia della fine degli anni Cinquanta. Perché quei politici in bianco e nero che inauguravano cantieri avevano una idea, certamente ingenua, di trasformazione del Paese. Così come ce l'avevano le centinaia di migliaia di operai che in quegli stessi anni costruivano nelle fabbriche il miracolo economico italiano. Qual è oggi la proposta di trasformazione e miglioramento della realtà che porta avanti la classe dirigente? E qual è, in particolare, l'idea di sviluppo della sinistra italiana? Non c'è o non si vede. Forse ce la siamo persa, travolti tutti quanti dal vento cinico dell'antipolitica.

    Thursday, September 25, 2014

    ...

    ...poi ieri sera ancora una brutta notizia...l'uscita con un'amica per andare a vedere un film si trasforma in uno sviamento verso il luogo in suo compagno ha avuto un non meglio definito incidente...l'arrivo, e l'incidente e' una caduta all'indietro, sanguinamento ma soprattutto una gran botta alla testa. E quindi corsa in ospedale.
    Alla fine un po' di punti e un appuntamento per una lastra il giorno dopo.
    Ma soprattutto, per me, lo spettacolo di un solido, giovane amore, che dura da piu' di 10 anni e in cui indipendenza e supporto reciproco sono sapientemente mescolati...

    Wednesday, September 24, 2014

    ?


    Quante possibilita ci sono che lo stesso giorno due persone affiorino - una da un passato mai abbastanza allontanato e una da un presente a singhiozzo - chiedendo aiuto? Due persone che si era sperato potessero essere di supporto. Una intrappolata nel suo paese attanagliato dall'ebola, un'altra incappata nelle maglie perverse del sistema di un paese straniero.
    Oggi non e' una bella giornata.
    Un uomo, nel proprio paese, costretto a capitolare - la sensazione dell'acqua che super il livello della testa e nessun altro a cui rivolgersi (preferisco credere ed eventualmente sbagliare, che lasciare qualcuno annegare nei propri problemi) - e a chiedere aiuto; un altro, in un paese straniero, che lancia un'ancor piu lancinante - seppur composta, forse rassegnata - richiesta di aiuto.

    E io mi ritrovo da sola, in un paese lontano, a gestire queste sollecitazioni di supporto.
    E mi dico che in fondo l'idea gia adolescenziale di dover essere forte, di non dover aver bisogno di appoggiarsi a nessuno, non era poi cosi peregrina. Il processo intentato torna utile a volte. O forse ho sbagliato tutto. Ma questo dilemma cos'e' mai, di fronte alla lancinante richiesta di aiuto - tutta contingente - di due uomini dal presente molto meno fortunato del mio?

    Minaccia di sciopero all'Istituto Nazionale di Statistica

    Ma ti pare che proprio mentre stiamo per mettere le mani su due importanti surveys che ci diranno finalmente cose sul Congo dopo anni di astinenza da dati, i dipendenti della nostra istituzione partner per eccellenza, l'Istituto Nazionale di Statistica, minaccino lo sciopero!
    E se sciopero sara, nessuno sara sul posto di lavoro.
    Be', in realta non posso che essere contenta se in questo paese sono capaci di fare degli scioperi riusciti! Soprattutto se per una buona causa.
    La ragione di questo sciopero mi sorprende un po': pare che tutti i dipendenti dell'INS non ne possano piu del grande capo ('transitorio' da circa quattro anni, ormai, e con il quale e' davvero difficile lavorare) e che proprio oggi abbiano cercato di incontrare il primo ministro per fare loro presente che l'INS e' in ritardo con tutti i progetti e che il capo non li lascia lavorare, accentrando tutto nelle sue mani. Dunque, anche secondo il mio collega, uno sciopero per poter lavorare meglio... Cosa che mi sembra bizzarra come motivo di sciopero... Di solito si sciopera per un aumento salariale, per migliori condizioni di lavoro... Chiedo al mio collega se per caso i promotori non sperino in realta nelle "motivazioni" legate ai vari progetti dei donator. Secondo lui scioperano perche davvero non ne possono piu del loro capo.

    Intanto, gli ultimi dati rappresentativi a livello nazionale e provinciali (2010), ancora non sono stati inseriti nella base di dati che l'INS dovrebbe utilizzare per mettere a disposizione dei vari settori delle analisi (per quanto descrittive) sul paese, quindi chissa quanto ci vorra perche le nuove basi vengano inserite e possano essere utilizzare per descrivere l'andamento degli indicatori principali, e dunque l'andamento del paese. Una felicita a meta: nuovi dati presto saranno disponibili, ma il paese non e' pronto a utilizzarli. Una ragione, forse, per essere qui...

    I veri eroi di Kinshasa e i piccoli (per non parlare dei grandi) abusi che ogni giorno subiscono.

    Tra I miei eroi di Kinshasa ci sono I giovani che passano la giornata ai semafori di la Gombe a vendere giornali, dolciumi, cose varie.
    Mi stupiscono di piu - la loro forza, la loro perseveranza e resistenza - dei ragazzini che si appiccicano ai vetri per chiedere qualche franco.
    E poi I venditori di strada in generale, tante donne, tanti uomini giovani.

    Ora, se la strada non e' molto sicura per un bianco/expat che voglia farsela a piedi (ma ci sono amici che non sono affatto daccordo, per esperienza personale, con questa percezione), non sembra neanche una passeggiata per chi, vendendo sulla strada, cerca di guadagnarsi da vivere.

    Gia' settimane fa avevo assistito alla fine di un episodio di abusi da parte delle forze dell'ordine: un casco di banane su un pick up pieno di poliziotti (o qualcosa del genere), qualche banana sparsa a terra e un giovane che dignitosamente le ridispone su un pezzo di stoffa steso a terra, donne scappate a qualche decina di metri, le bacinelle di frutta scomposta a causa della corsa.
    Poi qualche giorno fa un omone di fronte a un piccolo stand su un marciapiede, l'impressione che voglia prendere qualcosa con la forza, spintona un giovane, una ragazza fa per mettersi tra I due e mi sembra proprio che si becchi un ceffone.
    Qualche mattina fa, l'occupante di una macchina davanti a quella in cui sono io sembra interessato a vari giornali che gli mostra un giovane. Scatta il verde e la macchina avanza, costringendo il giovane a corrergli accanto (insieme a un altro giovane, un collega immagino). A perdita d'occhio. Perche arrivati alla linea del semaforo non riesco piu a vedere se il giovane si stacca di buon grado o e' costretto a mollare la presa a causa della velocita presa dal veicolo. Non e' la prima volta che vedo uomini al volante abusare di venditori di strada.

    E allora mi chiedo, ma se I giovani che si guadagnano la vita per strada, vendendo o mendicando, poi a volta si incazzano e attaccano qualcuno che percepiscono come piu' benestante di loro, ma c'e' da stupirsi?! Io non riesco nemmeno a incazzarmi, forse perche' non sono ancora stata vittima, forse perche' so come tutti I migranti siano confusi in un tutto indistinto e minaccioso in Italia, per incazzarmi di essere confusa con tutti gli espat che sono a Kin. Mi stupiscono di piu la forza, il coraggio, la resistenza, di chi ogni mattina continua a caricarsi di fardelli piu' o meno pesanti e si lancia sulle strade di Kinshasa a cercare il proprio mercato.

    Una scena da filmare...

    Stamattina. Sul viale per uscire di casa. Un'uccellino prende il volo con nel becco un pezzo di busta di plastica piu grande di lui. Che infatti perde subito. L'uccellino riscende alla ricerca del pezzo di busta di plastica, lo riafferra, riprende il volo. Lo perde di nuovo. Mentre un altro uccellino canta su un'inferriata poco lontana, l'altro riatterra di nuovo vicino al pezzo di busta di plastica, lo afferra con in becco e lo strattona un po' di qua e di la muovendo la testa - come per testare la resistenza della presa, direi io. Riprende il volo. Riperde il pezzo di busta di plastica. E cosi avanti per varie riprese. Sarei potuta rimane a osservare la scena per tutta la mattinata. Ma dovevo andare a lavoro. 

    Monday, September 22, 2014

    Congo (DRC): Kinshasa: Avoid opposition rally on 27 September due to credible risk of unrest

    From: Travel Security Online <intlsosandcontrolrisks@travelsecurity.com>
    Date: Friday, September 19, 2014 at 17:36
    Subject: Congo (DRC): Kinshasa: Avoid opposition rally on 27 September due to credible risk of unrest
    International SOSControl Risks
    Travel Security Online
    19 Sep 2014

    Congo (DRC): Kinshasa: Avoid opposition rally on 27 September due to credible risk of unrest
    The Union for Democracy and Social Progress (UDPS), Union for the Congolese Nation (UNC) and the Congolese People's Movement for the Republic (MPCR) opposition parties plan to stage a demonstration on 27 September in the capital Kinshasa. The march will proceed from the municipal stadium in Masina to Boulevard Lumumba, Boulevard Sendwe and Boulevard Triomphal (south of the Gombe area), and will end at Place du Cinquantenaire. Should the authorities ban the demonstration or protesters stray away from the approved route, there is a credible risk of localised clashes between protesters and the security forces; travellers should accordingly avoid the march route on the day.
    Travel Briefing
    The march is less likely to be banned by the authorities than a previous related rally on 13 September, which was prohibited as it coincided with another demonstration in the city. There is also likely to be a higher turnout at the upcoming march, as the protest campaign is supported by key opposition parties, as well as the powerful Conférence Episcopale National du Congo (CENCO), which are wary of President Joseph Kabila's suspected intention to modify the constitution to allow him to run for a third term in 2016.
    The proposed rally route means its impact on Kinshasa's main business district is likely to remain limited; however, it may result in some disruption on Boulevard Lumumba, the main road leading from the city centre to N'Djili International Airport. The security forces can be expected to use heavy-handed tactics if participants attempt to deviate from approved routes, and resultant clashes could pose incidental risks to bystanders. Travellers should therefore plan routes circumventing the march, allow ample time for travel in Kinshasa on the day and identify alternative routes for journeys to airport, should any detours be required.
    Outlook
    The influential CENCO group has, on several occasions in the past few months, expressed its opposition to any modification of Article 220 of the constitution, which limits the number and duration of presidential mandates. Should the government call a referendum on potential amendments, protests could grow in scale in the next few months, particularly in UDPS and the UNC strongholds in Kinshasa, such as Limete – where the UDPS headquarters is located – and Masina. Government spokesman Lambert Mende on 18 September stated that the authorities did not rule out seeking a constitutional revision, but that any related referendum would be held concomitantly to local elections scheduled for 2015.
    Background
    Interior Minister Richard Muyej and National Assembly Speaker Aubin Minaku suggested in July that a constitutional revision would be in the interest of the people if supported by a popular referendum. In recent months, the authorities have adopted a tough attitude towards the opposition, disrupting some UNC meetings; a UNC leader was arrested after a protest march on 4 August for criticising Kabila.
    Several activists were injured and others were arrested on 13 September when the security forces used tear gas to disperse an unauthorised opposition gathering in the Gombe area. The police used similar measures to break up related gatherings in Butembo (North Kivu province), Bukavu (South Kivu province) and Masi Manimba (Bandundu province). The government has also reacted strongly to CENCO's rejection of constitutional amendments.
    Travel Advice Summary
    • Normal travel can proceed.
    • Avoid the vicinity of the opposition march on 27 September to mitigate the risk of exposure to incidental violence. In the event of encountering a large crowd of protesters or security forces personnel, quickly but calmly relocate to a secure location and remain there until the situation stabilises.
    • Be flexible in your itineraries and, in particular, be ready to use an alternative route to reach N'Djili International Airport the day as the rally may disrupt travel on Boulevard Lumumba. Allow ample time for journeys through the city.
    • Carry relevant identification and treat the security forces with caution and respect.
    • Register with your embassy and relevant warden networks.

    Fine settimana di catch congolese e tanta musica


    Thursday, September 18, 2014

    Nascere in Africa. Nonostante tutto, nonostante l'Ebola

    Stamattina ho sentito su RFI che una donna malata di Ebola ha partorito in un centro in Guinea forestale, la' dove pare che l'epidemia che sta colpendo l'Africa Occidentale sia iniziata.
    E' un evento eccezionale perche' le donne incinte colpite dall'Ebola di solito perdono il proprio bambino.
    Per me e' sempre piu' incredibile constatare la forza inevitabile della vita, qui, almeno tanto quanto la forza inevitabile della morte...

    Morire in RDC 2 - L'Ebola e la gestione del lutto

    Ogni comunita ha i suoi riti per la gestione del lutto.
    A Boende (Equateur, RDC) forse e' considerato inaccettabile che un morto, per quanto morto di Ebola, sia trattato dal personale di una organizzazione umanitaria e riposto in un sacco e poi in un sarcofago. E poi chissa. La famiglia, i giovani del villaggio, sono capaci di rivendicare violentemente il loro diritto di celebrare il rito funebre secondo le proprie tradizioni, di elaborare il lutto a modo proprio.
    Ora, queste tradizioni non e' chiaro a quando risalgano. Quanto siano tradizioni locali centenarie o che ruolo giochino le sette avventiste e simili. E' difficile comprendere, dall'esterno, perche coloro che accompagnano i cortei funebri sembrino a volte dei folli, quasi prendano un piacere vizioso nella celebrazione della morte, perche si siubriachino e si droghino. A me sembra che i funerali - piu' che i matrimoni, che non sono numerosi proprio perche costosi, e comunque evitabili, non come la morte - sono tra le poche occasioni, presso comunita povere, in cui non si puo badare alle spese, in cui una famiglia si deve arrangiare per onorare degnamente la memoria di chi e' appena partito. E quindi, per i convenuti, di approfittare di alcool servito in abbondanza e gratuitamente, in cui affondare tutte le disperazioni di una vita dura.
    L'Ebola complica tutto. Tutto a un tratto il morto non si puo' piu' toccare, abbracciare. Gente vestita di bianco si occupa dei malati e dei sospetti. Coordinati spesso da gente di pelle bianca. E tutta la concitazione di occuparsi della malattia fa dimenticare forse di occuparsi di tutto il resto della comunita, di prepararla a gestire il lutto in modo appropriato per evitare nuovi contagi. E il sospetto che siano proprio quelli che vengono a curare a portare, infatti, la morte, lacera il delicato equilibrio tra i cittadini e un sistema sanitario drammaticamente debole...

    Morire in RDC 1 - Anche il lutto e' complicato qui...

    Qualche giorno fa e' morto a Lubumbashi il marito della petite soeur de madame (della sorella piu' giovane della moglie) di un collega. Pare che sia morto per una complicazione di una malaria che sia lui che il suo dottore avrebbero sottovalutato. L'uomo, che viveva con moglie e figli in Sud Africa, era in visita a suo fratello.
    Ora, sua moglie e' riuscita ad arrivare a Lumumbashi molto prima di quanto suo padre non sia riuscito a partire da Kinshasa. Pare che stiano lavorando alla pista dell'aeroporto di Lubumbashi, per cui dopo il volo commerciale del lunedi, il volo successivo e' solo il venerdi. E trovare un posto su questi voli non e' affatto facile. L'uomo e' riuscito ad avere un biglietto (uno dei posti riservato tipo alle autorita) di sola andata per 700 dollari grazie a delle connessioni. Con il rischio comunque di non riuscire a partire. Con gente che e' andata a casa sua ad offrirgli 800 dollari per lo stesso biglietto. Qui volare non e' ovvio nemmeno per chi ha i soldi per poterselo permettere. Il mio collega si era attivato per trovare un biglietto per sua moglie che avrebbe voluto disperatamente andare a Lubumbashi per confortare la sorella, ma e' stato impossibile per lui trovare un biglietto.
    Nel frattempo ieri sera l'uomo e' stato interrato. Pare che la famiglia del fratello piccolo non se la sentisse di prolungare la veglia gia' durata cinque giorni fino a sabato, e pare che si siano accordati con il capo famiglia per l'interramento. La famiglia presente qui a Kinshasa si e' riunita per togliere il lutto. Una volta che il padre del defunto sara arrivato a Lubumbashi, la famiglia dovra prendere delle decisioni. Chi si occupera della scolarizzazione dei tre orfani, ad esempio. La petite soeur lavora in Sud Africa, ma da sola non ce la farebbe a supportare tutta la famiglia. I familiari della petite soeur sono in Sud Kivu, ancora piu' impossibile per loro poter raggiungere la vedova. Che comunque non sara sola, perche' qualche membro della sua famiglia e' a Lubumbashi. Per fortuna che, grazie all'estensione delle famiglie, almeno, c'e' sempre qualche familiare nei paraggi.

    Tuesday, September 16, 2014

    La manifestazione mancata di sabato...

    L'opposizione ha cercato di organizzare sabato scorso una manifestazione per opporsi ai tentativi di cambiamento della costituzione, con l'obiettivo principale di permettere all'attuale presidente di candidarsi di nuovo.
    La manifestazione non e' stata autorizzata dal ministero dell'interno che ha dichiarato di non poter assicurare la sicurezza dei manifestanti. Ma che e' poi riuscito a dispiegare una massiccia presenza della polizia per disperdere i manifestanti che comunque si erano recati all'appuntamento e cercavano di raggrupparsi.


    http://radiookapi.net/actualite/2014/09/13/kinshasa-vital-kamerhe-denonce-la-dispersion-de-la-marche-de-lopposition/

    Kinshasa: Vital Kamerhe dénonce la dispersion de la marche de l’opposition

    septembre 13, 2014, | Denière mise à jour le 13 septembre, 2014 à 8:40 | sous Actualité, La Une, Politique. Mots clés:         
     
     
    Vital Kamerhe  devant la presse après le dépôt de sa candidature pour la présidentielle 2011, le 7/09/2011 au bureau de réception et de traitement des candidatures à la présidentielle à  Kinshasa. Radio Okapi/ Ph. John Bompengo
     
    Vital Kamerhe devant la presse après le dépôt de sa candidature pour la présidentielle 2011, le 7/09/2011 au bureau de réception et de traitement des candidatures à la présidentielle à Kinshasa. Radio Okapi/ Ph. John Bompengo
    Les dirigeants des partis politiques de l’opposition dénoncent «la brutalité» avec laquelle les forces de l’ordre dispersent les manifestations publiques en RDC. Selon eux, l’intervention de la police contre la marche prévue samedi 13 septembre à Kinshasa a fait des arrestations et des personnes blessées. L’un de ces leaders, Vital Kamerhe, président de l’Union pour la nation congolaise (UNC) dit protester contre cette attitude et demande aux autorités de respecter les dispositions constitutionnelles relatives aux manifestations publiques.

    Intervenant sur Radio Okapi samedi dans la soirée, Vital Kamerhe a déclaré:
    «Nous avions écrit au gouverneur de la ville conformément à la loi relative aux manifestations en date du 4 septembre pour protester contre la révision de la constitution. Et aujourd’hui, ils ont mis un dispositif de la police dans tous les coins. Malgré ça, ils ont été mis en échec par la population au niveau de l’hôtel Memling. C’est à ce moment là qu’on a lâche des bombes lacrymogènes et des balles réelles
    Concernant le bilan de cette journée, l’opposant a indiqué que les évaluations étaient encore en cours. «Mais, nous devons être honnêtes : il y a eu un blessé grave que moi j’ai vu personnellement au niveau de l’hôtel Memling», a-t-il poursuivi.
    Pour le leader de l’UNC, pareille brutalité n’aide pas le pays à aller de l’avant. Cliquez ci-dessous pour l’écouter:
    La marche de l’opposition n’a pas eu lieu comme prévu ce samedi à Kinshasa. Quelques militants qui ont tenté de se regrouper au centre-ville de Kinshasa ont été dispersés par les policiers qui ont quadrillé, tôt le matin, la Place Gare centrale, le lieu où la marche devait débuter.
    Un dispositif important a été déployé depuis tôt le matin aux environs du boulevard du 30 juin pour empêcher cette manifestation. Le ministre provincial de l’Intérieur de Kinshasa, Emmanuel Akweti, a affirmé n’avoir pas autorisé la tenue de cette marche pour des raisons d’organisation.
    Lire aussi sur radiookapi.net:


    http://www.rfi.fr/afrique/20140913-rdc-manifestation-opposition-muselee-forces-ordre-consitution/

    RDC

    Manifestation de l'opposition muselée par les forces de l'ordre en RDC

    mediaL'opposition se mobilisait contre une éventuelle réforme de la Constitution voulue par le gouvernement.radiookapi.net
    A Kinshasa les forces de sécurités ont été massivement déployées aux abords de la gare centrale et dans le centre ville de la capitale congolaise. Elles ont dispersé des dizaines d'opposants qui ont tenté de manifester contre une éventuelle réforme de la constitution. Celle-ci supprimerait la limitation des mandats présidentiels en République démocratique du Congo.
    Finalement, il n'y avait pas de banderole ni de marche. La manifestation n’a jamais pu avoir lieu. Dès 9 heures du matin, les manifestants arrivaient par petits groupes de 10 à 50 personnes mais le moindre regroupement  était systématiquement et énergiquement dispersé par la police déployée dans tout le centre-ville.
    Une grenade lacrymogène a même été tirée pour disperser des manifestants qui tentaient de se regrouper près d’un hôtel. Pendant un peu plus d’une heure, les forces de l'ordre et les opposants ont joué au chat et à la souris avant d’abandonner la partie.
    Une manifestation interdite
    L’opposition avait annoncé sa marche depuis des semaines et dit avoir notifié les autorités de la ville. Mais vendredi soir, en début de soirée le ministre provincial de l’Intérieur de Kinshasa, Emmanuel Akweti, a finalement demandé aux organisateurs de s’abstenir.
    Il a estimé ne pas être en mesure de garantir la sécurité des manifestants, sachant qu’un autre rassemblement devait se tenir ailleurs le même jour. Mais du côté de l’opposition on s’interroge : pourquoi avoir déployé autant de policiers pour empêcher la marche plutôt que de les utiliser pour encadrer cette fameuse manifestation ?
    En fin de compte, les organisateurs, parmi lesquels l'UDPS, le premier parti d’opposition et l’UNC, la 3ème force d’opposition au Parlement ont regretté cette interdiction et dénoncé une dizaine d’arrestations de manifestants. Ils ont promis d’organiser une nouvelle marche dans les semaines à venir pour de nouveau marquer leur opposition à toute tentative de modification de la constitution.
    à Bukavu, la manifestation a aussi rapidement été dispersée

    A Bukavu, c’était une manifestation spontanée : les gens venaient en petits groupes mais nous n’avons pas pu résister à la police… il y avait des policiers armés jusqu’aux dents qui ont dispersé les manifestants à coup de matraque...
    Roger Mastaki: Nous n'avons pas pu résisterLe président fédéral du l'UDPS (opposition) est au micro de Taisé Moreira 14/09/2014 - par RFI écouter