Wednesday, January 15, 2014

Arrivata a Kinshasa...

...ovvero, come tutte le tensioni di una partenza si possano dissipare durante un viaggio e all'arrivo in un posto nuovo sul quale ci si e' a lungo interrogati...

Nonostante tutti i suggerimenti per dissuadermi a volare Ethiopian, ho dormito buona parte della notte e l'aeroporto di prima mattina mi si e' presentato come non l'avevo mai visto prima nelle altre occasioni in cui mi era capitato di transitare per Addis. Dopo un volo in cui la maggioranza mi era sembrata 'bianca', con tanti italiani che vociavano di localita' costiere keynote, ecco che all'improvviso mi chiedo che fine abbiano fatto questi rumorosi turisti abituali, perche' intono a me non vedo che africani...La scena piu' incredibile me l'ha regalata un impellente bisogno fisiologico...innanzitutto non ricordavo i due mini-spazi (rigorosamente separate ma di uguale dimensione, il che non e' affatto un dettaglio secondario!) creati, proprio di fronte ai bagni, per i devoti di fede musulmana...e poi dentro il bagno delle donne era tutto un tripudio di denti strofinati con l'indice destro, bocche sciacquate rumorosamente, piedi acrobaticamente infilati nel lavello per lavarli e poi direttamente (senza passare per un asciugamano) nelle scarpe-'ciavatte'...inutile soffermarsi sul bagno d'acqua sul pavimento...ma non so perche' questa cosa mi ha messo allegria!...forse che vedere un po' di familiar africa occidentale in un bagno dell'africa dell'est durante il mio scalo verso una piuttosto sconosciuta Africa centrale mi abbia rassicurata...
E poi mentre attendevo il volo...che pieno di umanita' variegata! dalle giovani coppiette dall'aspetto nord europeo e in tenuta da trecking africano, a un paio di suore nere in zaini anch'essi da simil trecking, a omoni neri in stile occidentale alla moda, a uonimi e donne del deserto con tuniche e turbanti e veli neri, alle donne tutte in nero con solo gli occhi visibili con per mano bambine vestite tutte di rosa-rosato-fucsia, agli immancabili rasta, uno dei quali ha salutato allegramente un gruppetto andandosene dondolando con una chitarra sulle spalle...
E poi una hostess che viene a mettermi fretta per mettermi in fila per entrare al gate (parentesi: ma quanto puo' essere piccolo il mondo?! a roma ho incontrato un amico di un'amica ma senza riconoscerci...e io ho anche scambiato qualche parola con sua moglie!!! e poi proprio al gate una straordinaria amica e college diretta a Maputo, che e' volute entrare al gate secondo me con troppo anticipo, ma forse no visto che ora questa hostess mi sta mettendo fretta verso il mio gate...), io che ero tutta bella rilassata sulla mia chaise longue, che mica si trovano in tutti gli areoporti europei!
Ed ecco che in fila inizio a percepire l'impazienza di questi passeggeri africani che sembra che l'aereo stia per volare loro da sotto il naso...
Ed arrivata al mio gate mi rendo conto che se ad Addis vengono un sacco di europei, mi sa che a Kinshasa (e Braza) ci vanno quasi solo degli africani sub-sahariani, direi, con qualche vicinorientale, forse qualche nord africano, qualche indiano forse e decisamente dei cinesi (o confinanti)...che effetto...
Circa un'ora di ritardo e 4 ore circa di volo, altra bella, tutto sommato, dormitina, ed ecco che inizia l'atterraggio verso Kin...non si e' visto molto, solo verde a terra e tanti batuffoli di nuvole in cielo che disegnano delle ombre a terra che sempre mi stupiscono per la nitidezza dei loro contorni...e poi proprio grossi banchi di nuvole per cui non si vedeva niente...
Altre spintonate per scendere e il caldo sopportabile ma umido di Kin...niente a che vedere con l'aria frizzantina tanto apprezzata ad Addis la mattina presto...
Un gran bordello al ritiro bagagli, una chiacchierata con un italiano conosciuto al momento dello sbarco, e due chiacchiere anche con un libanese che parla italiano benissimo...nell'attesa ho identificato un collega cosi' mi assicuro il passaggio e che la macchina che e' venuta a prendermi non mi abbandoni per stanchezza...
Ed eccoci sulla strada che ci porta verso il centro...e capisco ancor di piu' quanto sono felice di essere qui...un paesaggio sconosciuto e allo stesso tempo denso di suggestion, di rimandi a qualcosa visto altrove si dispiega ai miei occhi e gli impulse sono troppi perche' il cervello possa immagazinare e poi restituire alla memoria...Comunque, una strada asfaltata bene ma in un paio di tratti con i lavori in corso - ovviamente in ritardo, ovviamente cinesi, in particolare in divise celestine e cappelli di paglia un po' alla vietnamita...), gente che cammina per strada...Un dettaglio: un paio di mercati, credo, intravisti, nascosti da muri...la volonta' di una citta' di farsi vetrina, di celare allo sguardo cio' che non dovrebbe essere li'...E poi una volta in centro, in zona uffcio, la grande arteria della citta', poche persone a piedi (certo erano pure le 14-15 circa e il sole picchiava...)...peccato nessuna bicicletta...l'autista dice che e' pericoloso, che e' pericoloso anche andare in moto...a proposito, a un certo punto, forse a meta' strada dall'aeroporto, credo di aver visto dei moto-taxi...e la memoria va al Ruanda, al Burundi...ma anche a Kindia! (Guinea Conakry forever!!!)...e piu' indietro il Brasile...

Insomma, sicuramente tanti dettagli di queste prime ore mi sono sfuggiti come l'acqua da uno scola pasta...ma forse che non rimane sempre quell'amido incrostato?! be', nessuna intenzione di rimuoverlo...tutto quello che si 'esperienza' rimane, in un modo o nell'altro...e dal mio nuovo ufficio in cui ho aspettato invano il mio nuovo capo posso dire che si', sono felice di essere qui...Ma spero anche che l'affetto delle persone care continui ad accompagnami da lontano...

Tanti baci congolesi,
Valentina

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