Wednesday, June 4, 2014

Italia...RDC...

Leggo l'articolo qui sotto e sempre piu' mi dico che sempre piu' persone, sempre piu' paesi sono vittime dello stesso modello che impone precarieta' per garantire l'accumulazione nelle mani di pochi...In Italia come in Congo...
 
 
 
Quanto è bella giovinezza
 
La generazione dei senza lavoro non è esente da responsabilità e vittimismi. C’è una parte di questo corpaccione sociale che si autoesclude con l’alibi di un sistema chiuso, poco accogliente e incapace di offrire una vera opportunità di futuro.
Sarà anche impopolare dirlo in tempi di crisi, ma in Italia i bamboccioni esistono, eccome se esistono.
Ma il dito dei bamboccioni non deve far distogliere lo sguardo dalla luna della precarietà. Una precarietà che genera un mostro con il quale il Paese dovrà fare i conti – e quanto – nel suo incerto futuro.
Perché la precarietà cambia la testa delle persone. Toglie loro lucidità, coraggio e leggerezza. E glieli toglie negli anni migliori della loro vita, quelli in cui si dovrebbero sprigionare entusiasmo, energia e creatività.
La precarietà non è l’impossibilità di ottenere un mutuo, è qualcosa di più e di molto più profondo. E’ uno stato mentale che penetra lentamente e chiude gli orizzonti, riduce il mondo a poche funzionali esigenze, limita la libertà dell’intelletto, delle emozioni e dei sentimenti.
La precarietà sono milioni di persone che tutte assieme perdono l’occasione, l’opportunità e la forza della loro età. Un esercito di uomini e donne che diventeranno adulti senza aver potuto vivere al momento giusto lo slancio, il candore, l’ingenuità e la cieca determinazione di una stagione irripetibile e straordinaria.
Gli adulti di un Paese che inevitabilmente sarà poco libero, un po’ più incattivito e decisamente meno intelligente  di quello che avrebbe potuto essere. Perché cresciuto attorno ad un buco nero invece che attorno alla sua (im)possibile e smarrita giovinezza.

Kin la BB...bella e busy...